Edizione integrale
A cinquecento anni di distanza dalla sua nascita, l’Aretino è uscito ormai dall’«inferno» delle nostre biblioteche divenendo il simbolo dell’uomo del Rinascimento: la rivoiuzione del costume sessuale ha rivalutato la carica eversiva e amorale della sua scrittura, consentendone il libero accesso tra i classici della letteratura italiana. In perenne conflitto con le teorie cinquecentesche dell’ordine e della classicità, pronto ad affondare la sua penna pungente e sarcastica nelle pieghe più riposte della realtà umana, oltre le misurate norme dell’etica comune, l’Aretino ha sconcertato biografi e commentatori, ha scandalizzato i lettori di ogni tempo, modificando l’opinione pubblica e divenendo, in virtù delle sue descrizioni licenziose e della sua concezione libera e giocosa del sesso, il maestro dell’amore occidentale.
Pietro Aretino
nacque ad Arezzo nel 1492. Tra il 1515 e il 1527 visse prevalentemente a Roma, alla corte di Leone X e poi di Clemente VII, in seguito si spostò a Venezia, dove morì nel 1556. Spirito curioso, amorale e irrequieto, si scagliò contro i sovrani e i pontefici del tempo, armato di una capacità satirica potentissima e di una prosa esasperatamente realistica.