«Sei anni fa, ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri. Mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto. Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una settimana…
Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: ‘Mi disegni, per favore, una pecora?’…
E fu così che feci la conoscenza del piccolo principe.»
A cinquant’anni dalla pubblicazione negli Stati Uniti del libro, Il Piccolo Principe è divenuto un long seller internazionale, un testo chiave di formazione. Antoine de Saint-Exupéry, il suo autore, era un aviatore e un umanista: adorava volare e s’interessava agli uomini.
Qualche mese dopo l’apparizione del suo capolavoro, scomparve in aereo sul Mar Mediterraneo.
Ma la favola del ragazzino dai capelli d’oro continua.
* * *
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano). Perciò correggo la mia dedica:
A LEONE WERTH
QUANDO ERA UN BAMBINO