Questo romanzo di Grazia Deledda, pubblicato per la prima volta nel 1931, ha un insolito sapore autobiografico che già dalle prime pagine lo rende una sorta di inedito nella prolifica produzione dell'autrice premio Nobel. È la storia di un amore giovanile nel quale la protagonista, Nina, è una ragazza imbevuta di ideali romantici che si mette in viaggio con l'uomo che ha appena sposato verso un paese non meglio definito nel quale inizierà la loro nuova vita insieme. L'attesa del treno che li porterà a destinazione è ricca di aspettative e sogni da realizzare, ma appena i vagoni iniziano a muoversi la giovane donna inizia a percepire una sorta equivoca e a sentirsi sola, in una condizione simile a quella della schiavitù. La trama porterà i lettori attraverso un altro viaggio, quello che conduce dalle aspettative alla realtà e che spesso non corrisponde alla destinazione che avevamo immaginato. L'impronta della scrittrice, che in queste pagine ha voluto ricordare un suo primo amore giovanile non corrisposto, è evidente nella capacità indiscussa di raccontare i tormenti dell'anima qui arricchita da una squisita sensibilità femminile. All'interno – come in tutti i volumi Fermento – gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.
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