–‘Vito Labita, con la sua inconfondibile capacità di trasformare riflessioni esistenziali in narrazioni brevi e pungenti, presenta ‘Il vuoto svuotato’, un libro che esplora il concetto di vuoto attraverso una lente di crisi e ironia.
L’opera si apre con una dichiarazione tagliente: ‘C’è crisi, profonda crisi in USA’. Questo incipit, diretto e senza fronzoli, prepara il lettore a un viaggio attraverso un paesaggio desolato. Labita descrive un mondo di pentole vuote in cucina, sale cinematografiche e teatri vuoti, strade e grattacieli abbandonati. Queste immagini evocano un senso di vuoto non solo fisico, ma anche emotivo e sociale, amplificando l’idea di una crisi che permea ogni aspetto della vita.
La ripetizione del concetto di vuoto e il suo ampliamento in vari contesti (‘vuoti a perdere fino alla noia mortale’) sottolineano la profondità della desolazione percepita. Labita accusa i media di nascondere questa realtà, sostenendo che giornali e televisioni ‘dicono che va tutto a gonfie vele’, creando un contrasto tra la vera esperienza delle persone e la narrazione ufficiale.
In mezzo a questo scenario cupo, Labita introduce una nota di speranza con un tocco di ironia: ‘Ci vorrebbe Svitol 007!’. Questo prodotto, simbolo di lubrificazione e movimento, rappresenta una possibile soluzione per sbloccare la stagnazione. L’uso del termine ‘007’ aggiunge un elemento di mistero e avventura, suggerendo che la soluzione richiede un intervento straordinario e forse anche eroico.
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