Dopo aver subito, come tutti, il lockdown ed essere entrata in una dimensione che potremmo definire iper-creativa, Scoppa riunisce in questo catalogo ben 113 opere, esposte per la prima volta e non casualmente a Cremona nel luglio 2020.
Realizzate con smalti su vetro trasparente, assomigliano a gigantografie di vetrini al microscopio. Hanno tutte forma circolare, perché nessun’altra figura geometrica esprime meglio del cerchio la democraticità della malattia e insieme la diversità di ogni essere umano. Il cerchio è anche un richiamo diretto ai pianeti, perché mai come ora la fragilità della Terra, con i suoi diversi ecosistemi naturali, è stata evidente.
Dalla lussureggiante texture cromatica emergono forme riconoscibili – mari, monti, fiumi, creature sottomarine, nuvole, fiori, insetti, muffe – in un tripudio di immagini reali e surreali, a testimoniare l’inquietudine onirica che ha caratterizzato l’esperienza collettiva, globale, della pandemia.
I testi critici in catalogo offrono una lettura sfaccettata dell’opera di Scoppa, il suo sguardo critico verso il dominio umano sulla natura, il valore della forma circolare, il rapporto con il colore come forza motrice dell’animo umano
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