Fantascienza — romanzo (307 pagine) — Puoi immaginare l’utopia più ideale e meravigliosa, ma avrà sempre un difetto che la condurrà alla rovina: gli esseri umani
Arrabus, su Wyst, pianeta 1716 dell’ammasso di Alastor, è un’utopia. Un sistema sociale nel quale tutti hanno diritto al cibo e a una casa, e possono passare il loro tempo nella ricerca dell’autorealizzazione, del piacere e della frivolezza. Hanno solo l’obbligo di lavorare almeno due ore alla settimana, in lavori che vengono loro assegnati, e altre due devono dedicarle alla manutenzione dell’isolato dove vivono.
Jantiff Ravensroke arriva da un pianeta molto più “normale”, Frayness. È un artista, e vuole solo scoprire l’universo e sé stesso. Ma il fascino utopico di Arrabus dura poco: Jantiff scopre ben presto che l’utopia ha tante pieghe nascoste tutt’altro che piacevoli. E in una di queste pieghe finirà per trovarsi coinvolto lui stesso, a rischio della propria vita.
Jack Vance (1916-2013) è stato uno dei più grandi autori di fantascienza e fantasy, e certamente tra i più amati dal pubblico. Dopo una serie di lavori di ogni genere, durante la Seconda guerra mondiale si arruola nella marina mercantile e gira il mondo. In questo periodo comincia a scrivere il ciclo della Terra Morente. Tra gli Anni cinquanta e settanta viaggia, in Europa e nel resto del mondo, traendo da queste esperienze esotiche gli spunti per i suoi romanzi: Il pianeta gigante, I linguaggi di Pao, il ciclo di Durdane. Nella sua carriera ha scritto decine di romanzi di fantascienza, fantasy e gialli, per un totale di oltre sessanta libri; tra i titoli più famosi ricordiamo i cicli di Tschai, di Lyonesse, dei Principi demoni, di Alastor. Storie ricche di fascino, di personaggi indimenticabili, narrate con uno stile elegante e immaginifico.
Delos Digital in collaborazione con Spatterlight si è data l’impegno di riportare sul mercato le opere di questo grande autore.