In casa di uno dei più ricchi commercianti di Asti, vi era gran festa da ballo, una di quelle feste che sono un avvenimento. Se ne parla un mese prima dappertutto; le invitate sono in orgasmo per indovinare la toelette che indosserà l’amica, la rivale, cercando ciascheduno di nascondere la propria o parlarne per sottintesi, per far capire che si aspettano guarnizioni, figurini ecc.
I mariti, i padri non hanno un momento di pace, finché non giunge la sera tanto ardentemente desiderata, e spesso avviene che nessuno volendo comparire per il primo alla festa, si trovano poi riuniti ad un tratto, generando confusione, malumore e dispetti.
Alle dieci, le sale sfolgoranti di luce erano ingombre d’invitati, fra cui spiccavano le divise brillanti di alcuni ufficiali dei bersaglieri.
Uno di essi stava discorrendo con una giovane bruna, dalla fisonomia ardita, gli occhi scintillanti, le labbra fortemente prominenti, che mostravano un carattere appassionato, un’indomabile energia.
Essa vestiva un abito color rosso fiammeggiante, che faceva spiccare la sua carnagione da creola, i capelli nerissimi avvoltolati a diadema sulla sommità del capo.
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