Alla fondamentale dicotomia etica relativa al bene e al male vengono correlate, approfondendole, quella fra logica animale e criterio civile, fra formalismo e verità sostanziale, fra natura e cultura, fra contingenza sistemica e autenticazione dell’intrinseco finalismo umano e dei suoi traguardi evolutivi di specie.
Da tale intreccio ed approfondimento emerge il chiarimento di una concezione e di una procedibilità etica che torna ad investire puntualmente e potentemente su aspetti grandi e piccoli della realtà concreta, anziché confinarsi in un ambito idealistico, moralistico o astrattamente evocativo.
Chiarimento e precisazione che, pur all’opera nelle vaste questioni della società e delle sue condizioni sovrapersonali, investono anche l’aspetto culturale e psicologico individuale, interiore e motivazionale. Qui recuperando e rivalutando, fra l’altro, una nuova concezione sia ideale che operativa del desiderio, che ho chiamato “estesa”. Concezione invece correntemente aggiogata a considerazioni seriosamente superstiziose, paurose, arcigne, meccanicistiche, utilitaristiche, “ristrette”; considerazioni e trattamento apparentemente sorveglianti ma non per questo lungi dal rivelarsi abnormi e malate anziché umanamente regolative e funzionali, sia nel concetto che nelle manifestazioni oggettive attualmente consentite e abituali.
Insieme di riflessioni che vanno ad aggiungersi, integrandole, a quelle più settoriali delle mie opere precedenti: Oltre L’Arena (2017) per quanto riguarda il tema economico e politico, e Sesso e Umanità in Divenire (2021) per quanto riguarda la psicologia della sessualità e della relazione.
L’autore, nato in Sicilia nel 1954 e laureato in sociologia all’Università di Urbino, ha lavorato nei Servizi di salute mentale di Trieste e di Perugia.
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