Uno dei grandi successi di Grazia Deledda, pubblicato nel 1927 e tradotto in numerose lingue tra cui inglese, tedesco, spagnolo e svedese. La protagonista è una vedova che gestisce una famiglia composta da cinque figli maschi, lo zio Dioniso, la nuora Gina e due nipoti. I temi sono quelli che portarono l’autrice a vincere il premio Nobel nel 1926, le pulsioni rivelate e quelle nascoste che si muovono attraverso l’indole dei vari componenti della famiglia, i sentimenti a volte ricambiati e a volte rifiutati, il racconto impeccabile delle dinamiche sociali negli anni venti, ma stavolta c’è un ingrediente diverso e non siamo più nella Sardegna che così impeccabilmente descrisse nella sua produzione letteraria, per muoverci attraverso le ampie ansie fluviali della pianura padana. Un’ambientazione perfetta per accompagnare il tema portante di questo romanzo, quello del conflitto interiore, irrisolto o irrisolvibile. All’interno – come in tutti i volumi Fermento – gli ‘Indicatori’ per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.
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