Nel 1936, il commissario Carlo De Vincenzi viene chiamato a investigare sulla morte della ricca vedova Aurora Bianciardi, trovata senza vita nella sua villa a Vimarcate. De Vincenzi, noto per la sua capacità investigativa, si immerge in un caso intricato che lo porterà a svelare segreti nascosti e complotti. Durante l’indagine, scopre che Aurora aveva numerosi amanti e che il suo matrimonio con Massimo Bianciardi, morto un anno prima in circostanze sospette, era tutt’altro che felice.
La morte di Massimo, inizialmente classificata come un incidente alla cascata del Toce, viene messa in discussione da nuove testimonianze e prove che De Vincenzi raccoglie, inclusa una testimonianza di Adelina Carpazzi che sostiene di aver visto Massimo vivo in Svizzera. Seguendo questa pista, De Vincenzi scopre che Massimo ha inscenato la sua morte per sfuggire a una vita infelice e per vendicarsi di Aurora.
Massimo confessa a De Vincenzi di aver orchestrato la sua fuga dopo la morte accidentale dell’amante di Aurora e di aver ucciso Aurora per vendetta. Tuttavia, la mancanza di prove concrete rende difficile procedere legalmente contro Massimo. De Vincenzi decide di continuare a indagare per raccogliere ulteriori prove.
Il racconto si distingue per la sua atmosfera evocativa e la dettagliata costruzione dei personaggi. La descrizione minuziosa dei luoghi e delle emozioni dei personaggi rende la narrazione coinvolgente e realistica. La trama si sviluppa attraverso un intreccio complesso che mantiene alta la tensione e l’interesse del lettore. Inoltre, il racconto mette in evidenza la complessità delle indagini poliziesche e la difficile ricerca della verità. De Vincenzi è un personaggio ben sviluppato, con un forte senso della giustizia che lo guida attraverso un intricato caso di omicidio e vendetta. La narrazione offre una visione dettagliata della natura umana, dei suoi segreti e delle sue contraddizioni.
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