‘La lanterna di Diogene’ (1907) narra il viaggio di Alfredo Panzini che parte da Milano, in bicicletta, per arrivare in una borgata di pescatori su l’Adriatico in una casetta sul mare; questa borgata, “per l’aere puro, porta il nome di Bellaria”. In biciletta fa tutto il viaggio di quasi trecento chilometri lungo le strade della pianura Padana con un’escursione sull’appennino Bolognese. Ha solo quarant’anni ma già si ritiene vecchio e stanco della vita frenetica, piena d’impegni, di Milano, dove vive e lavora abitualmente. Così parte l’undici luglio alle due del pomeriggio con la sua vecchia bicicletta, fatta sistemare per il lungo viaggio, impiegando cinque giorni.
Il suo viaggio lento, in quelle strade polverose d’inizio novecento, è una vera macchina del tempo, che ci offre un paesaggio italiano ricco di luoghi diversi, cieli stellati e di personaggi. La bicicletta di Panzini, col suo inoltrarsi nel ventre dell’Italia settentrionale (Lodi, Parma, Modena, Bologna, l’Appennino), propone delle fotografie preziose con spunti vivaci, propri di un acuto osservatore dalla robusta cultura classica con un’anima sensibile aperta alla vita e ricca di fine ironia.
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