«Avrebbe dovuto fare sempre quello che volevano; l’infelicità di non farlo era più di quanto potesse sopportare. Molto semplice dire che non ci sarebbe stata una punizione; la loro infelicità era la punizione. Faceva più male d’ogni altra cosa. Continuava a farle male quando ci pensava.»
In
Vita e morte di Harriett Frean (1922) una Sinclair alla soglia dei sessant’anni si misura con lo spazio angusto della novella, riuscendo con grande maestria ad affro...
«Avrebbe dovuto fare sempre quello che volevano; l’infelicità di non farlo era più di quanto potesse sopportare. Molto semplice dire che non ci sarebbe stata una punizione; la loro infelicità era la punizione. Faceva più male d’ogni altra cosa. Continuava a farle male quando ci pensava.»
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Vita e morte di Harriett Frean (1922) una Sinclair alla soglia dei sessant’anni si misura con lo spazio angusto della novella, riuscendo con grande maestria ad affrontare argomenti e problematiche di un certo rilievo, come la coscienza, la complessità del tempo, l’autoinganno e l’autocensura, che pur risultando in qualche modo compressi, sono capaci tuttavia di colpire vividamente e profondamente il lettore in maniera diretta, lasciandogli un senso di sconforto e di disagio che rimarrà a lungo nella sua memoria. Considerato da Peter Boxall (professore dell’Università di Sussex) uno dei libri da leggere prima di morire, è qui proposto in occasione del primo centenario della sua pubblicazione in edizione integrale tradotta e curata da Enrico De Luca.
EDIZIONE SPECIALE DEL CENTENARIO
Acquerello in copertina ispirato alla prima edizione e realizzato da Massimiliano Modica.